Ma cosa c'entra il WWF con l'ambiente urbano?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima farcene un'altra e cioè: ma che cos'è l'ambiente? Troppo spesso siamo portati a credere che l'ambiente naturale sia cosa distante, una cosa che "sta fuori" dal nostro vivere quotidiano. Una volta, forse, le cose stavano così, quando le città erano definite da solide mura e l'uomo riusciva soltanto marginalmente a incidere sul territorio. Allora c'era la città, uno spazio ben definito per le attività dell'uomo. E attorno la campagna, quello spazio che l'uomo riusciva a strappare alla natura selvaggia per il proprio sostentamento, e oltre questo spazio, prima di un altro insediamento umano, boschi, montagne e animali selvaggi. Spazi comunque percorsi dall'uomo, e nel tempo organizzati, per i loro scopi come far legna, carbone, ghiande per i propri animali.
Ma ormai, già da tempo, l'uomo ha demolito i suoi limiti tradizionali ed ha ampliato a dismisura la sua capacità operativa, al punto che oggi non esiste più nulla, in Italia, che possa essere definito "naturale" in senso stretto: anche quei boschi che ci appaiono più selvaggi sono stati nel tempo trasformati dalle necessità umane.
I tecnici ambientali, quando parlano degli uomini, parlano di "fattore antropico", una forza cioè in grado di operare trasformazioni notevoli. Guardando la figura a sinistra è facile comprendere come le nostre vite, racchiuse in una dimensione casalinga, sono in realtà parte - spesso - di un quartiere, che ha altre case, e servizi, scuole, ospedali, e luoghi per lavorare e passare del tempo libero; sono luoghi che hanno una storia, una cultura, una civiltà ed hanno senso proprio in virtù di questo aspetto sociale; e dove molte persone vivono esistono ovviamente problemi: la misura in cui questi problemi vengono mantenuti sotto controllo la possiamo chiamare "vivibilità urbana". Ma una cattiva vivibilità urbana genera effetti che non si limitano all'ambiente urbano - variando gli altri "ambienti" che non sono fisici ma che pure esistono e sono, per esempio, l'ambiente sociale, l'ambiente culturale, l'ambiente economico... - ma coinvolgono anche gli altri ambienti che urbani non sono come l'ambiente agricolo, l'ambiente silvopastorale, l'ambiente naturale nel suo significato più selvatico.
Quando parliamo di "ambiente" dobbiamo intendere, in realtà, tutto ciò che è "habitat umano" vale a dire ciò che all'uomo serve per vivere e vivere bene. Ed all'uomo serve tanto la sua casa, quanto la civiltà della sua storia, quanto il cielo azzurro e l'acqua limpida.
Assodato quindi che l'ambiente è in realtà unico, possiamo azzardarci a studiarlo meglio con delle divisioni teoriche, ritenendo che l'Ambiente è un sistema dinamico.
Cerchiamo di capire meglio: un sistema è un insieme di elementi interconnessi tra di loro, dinamico vuol dire che non è mai fermo, anche se a volte può sembrarlo. E infine, per reggersi, un sistema deve stare in equilibrio, altrimenti crolla. Come nel disegno a destra, di questo "sistema" possiamo pensare di variare i pesi e conservare l'equilibrio a patto di intervenire con opportune modifiche, come bilanciare i carichi o spostare i punti di equilibrio. Ma soltanto entro certi limiti, oltrepassati i quali il sistema entra in crisi.
E noi del WWF non desideriamo che il sistema entri in crisi: il nostro scopo è realizzare un futuro in cui l'uomo possa vivere in armonia con la natura. E "armonia" significa proprio tenere presenti le relazioni che esistono tra i diversi elementi del sistema.